(Sottotitolo) CHI PARLA MALE PENSA MALE
di Lorenzo Tentarelli
Queste parole di
Nanni Moretti nel film “Palombella Rossa”
sono sempre state il mio rilevatore automatico di menzogne. Orwell in "1984" sosteneva che, per evitare determinati
pensieri, bastava eliminare il lessico necessario per
esprimerli. Così, naturalmente, il modo per instillare nel popolo menzogne o inganni è
quello di modificare il senso delle parole, senza
esplicitare l’avvenuto cambiamento o, come direbbe Carnap, bisogna svuotare
le parole del significato costituitosi nell’uso e nei
contesti legittimi, per eliminarne il
referente semantico (ciò che conferisce il significato ad un termine). Ciò al
fine di annullare la possibilità stessa
di un significato determinato e riconoscibile da ogni interlocutore ed essere, quindi, liberi di usarle
scorrettamente a proprio piacimento. Per analizzare quanto questo fenomeno sia
rilevante nella politica e nella società italiana ho deciso di prendere una
parola “di grido”. La parola del momento: “giustizialismo”.
Traduco dalla
pagina di Wikipedia alla voce “Justicialism”. “Il Peronismo, o
Giustizialismo, è un movimento politico
argentino basato sul pensiero del suo fondatore Juan Domingo Peròn […] I
pilastri del pensiero peronista, noti anche come tre bandiere, sono: giustizia
sociale, indipendenza economica, sovranità politica”.
Non riferendosi
ovviamente a questo, i vari Violante, Quagliariello, Casini & Co., quando
danno del giustizialista a qualcuno, a cosa si riferiscono? Che significato
danno alla loro accusa? Imputano forse a qualcuno di utilizzare la magistratura
per fini politici? Ma questo è Giacobinismo. Il Giacobinismo però prevede la
sottomissione dell’azione giudiziaria alla politica, il cosiddetto “primato
della politica”, ma non possono riferirsi a questo, dato che questo è proprio
nella mente dei politici e giornalisti anti-giustizialisti.
Forse l’accusa
significa, invece, di non essere
garantisti. Ma il garantismo è una dottrina politica ottocentesca che sosteneva
il rispetto delle garanzie costituzionali dei cittadini contro possibili
arbitri da parte dello stato. E cosa c’è di più garantista dell’uguaglianza dei
cittadini di fronte alla legge e dell’obbligatorietà dell’azione penale (punti
fermi dei cosiddetti giustizialisti)?
O si intende, invece, accusarli di pretendere
che i vertici della classe dirigente siano trattati senza alcun occhio di
riguardo? Impossibile. Perché in tal modo sarebbero loro i giacobini ed i non
garantisti.
O forse hanno semplicemente creato uno spauracchio
senza significato, un mantra da ripetere per catechizzare le genti e
salvare la faccia. Hanno modificato il senso di una parola fingendola sinonimo
di altre e storpiando il significato anche di queste ultime. Una radicale
modifica del linguaggio atta alla modifica del sentire comune. In pieno stile
orwelliano. Per cercare di far passare O’Brien per garantista e Winston Smith
per giustizialista estremista. La domanda è: quanto siamo disposti noi italiani
a sopportare una tale manipolazione?